Noi parteciperemo al tavolo sulla comunicazione: un pomeriggio di discussione per ragionare di linguaggi e di campagne comunicative, per riflettere insieme di strategie di visibilità e di connessione di progetti/campagne in una prospettiva nazionale, ma anche di comunicazione tra attiviste e di pratiche di rete.
Ormai anche il resto del carlino si è definitivamente convinto che "viviamo nella società dell’informazione e delle comunicazione" nella quale il ruolo dei processi comunicativi è diventato centrale all’interno dei processi sociali, o meglio potremmo dire che allo stato dell’arte tutti i processi di comunicazione sono processi di costruzione sociale.
Quindi comunicazione’ si riferisce non solo all’aumento esponenziale delle occasioni di connessione e di confronto, al web o alla circolazione di materiali comunicativi all over the world, ma soprattutto al ruolo cruciale che questi prodotti/processi comunicativi hanno nel costruire, limitare o liberare le vite di donne e uomini: nella creazione dei processi identitari, nel rendere possibili determinate narrazioni e relazioni sociali e nel negare o stereotipizzarne altre, nel legittimare o sanzionare comportamenti sociali.
Che fare dunque? andare all’arrembaggio dei media e dello spazio digitale dotandosi di un nuovo linguaggio, costruendo un lessico e un’iconografia comunicativa che sia in grado di parlare di noi, dei nostri desideri, dei nostri stili e progetti di vita al di fuori delle banalizzazioni. Se ben utilizzata, una campagna di comunicazione può essere ben più radicale ed efficace di due uova a Giuliano Ferrara perchè è l’occasione di sfidare sullo stesso terreno gli stereotipi culturali, i modelli sociali, i modelli di femminilità dominante, le retoriche pubbliche sulla sicurezza e sulla vita.
La proliferazione di immaginari può essere una strategia efficace per contrastare la banalizzazione prodotta dallo stereotipo e discutere di comunicazione vuol dire condividere gli strumenti critici per leggere e dissacrare il modello unico.
Ci immaginiamo il tavolo di comunicazione come un inizio per lavorare sulla produzione mediatica della rappresentazione della soggettività femminista, del corpo e del desiderio: tecnologie e informazione sono parte dei cambiamenti sociali e proprio per questo dobbiamo “metterci le mani” farle nostre stravolgendone gli stereotipi per decostruire l’immaginario corrente e aprirne un altro.
Sul nostro siti approfondimenti su femminismo e mediattivismo
a sabato, betties