“Veniamo da paesi, ambienti e storie diverse ma abbiamo scoperto di trovarci di fronte a problemi molto simili sia nel lavoro che nella vita.
In questo documento esaminiamo le ineguaglianze e le ingiustizie presenti nelle nostre vite e nell’industria del sesso; ci interroghiamo sulle loro origini; le mettiamo a confronto e le contestiamo, proponiamo una nostra visione dei cambiamenti necessari per creare una società più equa nella quale le-i sex workers, i loro diritti e il loro lavoro siano riconosciuti e valorizzati.”
(Manifesto delle-dei sex workers in Europa, Bruxelles, 15-17 ottobre 2005)
Ni coupables, ni victimes
Bruxelles, 15-17 ottobre 2005: lavoratrici e lavoratori del sesso di tutta Europa si incontrano, discutono, condividono, progettano, tessono reti.
Una conversazione a piu’ voci che raccoglie le parole di alcune delle protagoniste e dei protagonisti di queste giornate e che restituisce le complessità e le sfumature del mercato del sesso: le sfide e le sfighe di essere sex worker in europa oggi, le politiche di repressione e le strategie di resistenza che ognuna-o mette in atto per continuare a fare il proprio lavoro, i propri desideri e progetti per il futuro.
Ni coupables, ni victimes
è stato realizzato da Sexyshock
in collaborazione con ICRSE – International Committee on the Rights of Sex Workers in Europe.
Special guests: Scarlot Harlot e Wonder Bra.
L’occasione è la “Conferenza europea su sex work, diritti umani, lavoro e migrazione” organizzata da ICRSE – International Committee on the Rights of Sex Workers in Europe: tre giornate di riflessione collettiva tra attiviste-i dell’industria del sesso e alleate-i del mondo della politica e dell’associazionismo con l’obiettivo comune di far emergere la voce di quante-i lavorano nell’industria del sesso, e in particolare di ridefinire il dibattito sultraffico di donne in termini di diritti al lavoro e alla migrazione in Europa.
Uno dei risultati più forti del Manifesto approvato dall’assemblea di sex workers: un documento che pone i problemi e i desideri delle lavoratrici e dei lavoratori del sesso al centro del dibattito politico europeo per sottrarli alle banalizzazioni, alle criminalizzazioni e al vittimismo.